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mercoledì 19 settembre 2007

Aneddoti

Grazie ad Alberto Manta per la segnalazione

Wishy Anand, campione indiano di scacchi, e' noto per la sua rapidita' di gioco. Quando gli chiesero come mai utilizzasse cosi' poco tempo nel gioco rispose: "Mi annoio a pensare a lungo".

Un certo Bredwalt, esperto scacchista dell'Ottocento, diede disposizione che dopo la morte le sue ossa venissero usate per costruire scacchi: avrebbe in tal modo continuato a giocare anche da defunto. (da "La Settimana Enigmistica")

Durante una partita un socio anziano stava opponendo una strenua resistenza ad uno dei migliori giocatori senesi. Mi venne allora spontaneo esclamare "Si difende con le unghie e con i denti!" e, dopo una breve pausa con un tono più basso e rattristato, "Quelli che gli sono rimasti..." (dal libro di Mario Leoncini "Aneddoti di scacchi", Messaggerie scacchistiche, Brescia)

Ludovico VI, Re di Francia, in una battaglia contro gli Inglesi, accerchiato dai nemici e sul punto di essere preso, si salvo' gridando: "Non sapete che perfino a scacchi il Re non puo' essere catturato?"

Fu un episodio decisamente imbarazzante, anzi un incubo, quello che accadde a un nobile mentre giocava a scacchi contro il primo dei Borboni, re Enrico IV, alla corte francese. Francois de Bassompierre, maresciallo di Francia e compagno di giochi d'azzardo di Enrico, scioccò tutta la corte, il re e se stesso quando muovendo un cavallo mollò, involontariamente, un poderoso peto. Il suo futuro di cortigiano sembrò essersi sgretolato, ma al misero Bassompierre era rimasto abbastanza sangue freddo per spiegare: " Vostra maestà , il mio cavallo non si muove se non ode il richiamo della tromba". Si narra che sulle labbra del re apparve un sorriso gelido, ma Bassompierre probabilmente non fu più invitato a corte per un bel pezzo.

Nel 1917 a Baghdad, durante una gara, l'arabo Arachnid Khayam sconfisse il campione tedesco Kurt Schlemiel per aver mormorato quarantamila volte "Io ci sarò ancora quando tu non ci sarai più", e ogni volta che iniziava la tiritera muoveva la mano in avanti come se volesse muovere un pezzo. Alla fine Schlemiel fu preda di convulsioni.

Si presuppone che, a livello di campionato mondiale, entrambi i giocatori conoscano le regole del gioco. Immaginatevi quindi l'emozione dell'arbitro O'Kelly nell'incontro Korchnoi-Karpov (Mosca,1974), quando Korchnoi, facendo l'indifferente gli si accostò durante una partita e gli pose una domanda da principiante: "Posso arroccare quando la mia Torre è attaccata?". Risposta: "Si". Spiegazione di Korchnoi: "Non mi era mai capitato prima".

Si dice che Alekhine si sia divertito una volta a guardare due giocatori in un bar che giocavano una partita con soltanto i loro Re sulla scacchiera. Lasciò che scoprissero da soli l'errore. Dopo un po' uno dei due è giubilante, mentre l'altro sembra un cane bastonato. "Patta?" chiede Alekhine . "No", si sentì rispondere, "ho portato il mio Re in ottava riga e l' ho cambiato con una regina".

All'inizio del secolo il campione viennese Josef Krejcik ricevette il peggior regalo di compleanno entrato nella storia degli scacchi. Avendo raggiunto il suo venticinquesimo compleanno, decise di giocare 25 partite in una simultanea. Il risultato fu un perfetto 0-25.

Il grande scacchista russo Aleksander Alekhine (1892-1946) aveva un carattere estremamente violento: tutte le volte che perdeva una partita, si chiudeva nella propria camera e sfasciava tutto quanto gli capitava a tiro, compresi i mobili. A 15 anni sono andato da un grande giocatore. Mi ha fatto vedere la sua biblioteca di scacchi, tremila libri, dicendomi: "Intanto ne devi leggere la meta'; poi devi giocare tutti i giorni con giocatori piu' bravi di te". A quel punto ho rinunciato.

Jaspal Singh Kalsi di Amritsar in India ha realizzato una piccolissima scacchiera fornita di tutti i pezzi in scala perfettamente rifiniti: ogni lato misura 6 mm. In una simultanea (forse alla cieca?) di Alekhine contro alcuni gerarchi nazisti su una scacchiera si raggiunse una posizione che l'avversario di Alekhine, dopo lunga analisi, giudicò persa e quindi abbandonò. Allora Alekhine chiese se volesse continuare la partita a colori invertiti. L'altro, certo di vincere, accettò immediatamente. Alekhine mosse e... l'altro si ritrovò in una posizione imprevista che, nuovamente, valutò persa per lui! Al conseguente nuovo abbandono, Alekhine ripetè l'offerta di continuare la partita cambiando ancora i colori! Questa volta l'accettazione fu più meditata, ma non vedendo come ci si potesse salvare in quella che attualmente era la sua posizione, si dichiarò d'accordo a cederla ad Alekhine. Che mosse e... vinse per la terza volta la stessa partita!!
(BY ALBERTO: QUESTO EPISODIO A ME SCONOSCIUTO FINORA DIMOSTRA CHE ERA UN GRANDE, PROPRIO PER QUESTO HA LA MIA TOTALE VENERAZIONE!)

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ci tengo a precisare che le mie segnalazioni vengono dalla navigazione su Internet. Ringrazio quindi i webmaster di tutti i siti che ho visitato per aver raccolto e pubblicato tutti questi aneddoti.